Origini e Storia del Museo

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Reperti sabini (manufatti, vasi e suppellettili in impasto bruno). Piano 1, sala 3: Periodo Arcaico e Orientalizzante – Museo Civico Archeologico di Magliano Sabina

Il Museo civico archeologico di Magliano Sabina è stato costituito nell’ultimo decennio del secolo scorso, esattamente nel 1989, con i finanziamenti regionali dell’Ufficio Musei della Regione Lazio e il contributo del Comune ed è ospitato presso Palazzo Gori a Magliano Sabina.
L’allestimento del Museo è articolato su tre piani suddiviso nelle sezioni dedicate alla preistoria, all’età del Bronzo, del Ferro, all’epoca orientalizzante, arcaica e romana fino alle testimonianze mediovali attraverso lo studio costante e la revisione di una ingente quantità di frammenti (si contano ad oggi 1683 beni inventariati e catalogati nel formato I.C.C.D. e 800 pezzi esposti), provenienti da raccolte di superficie condotte nell’ambito di una area geografica che dal Nera arriva fino al Farfa. Questa opera è stata svolta nel corso di decenni in seguito ad ogni tipo di intervento eseguito sul territorio, sia agricolo sia di servizio, da alcuni appassionati locali riunitisi in un gruppo di ricerca, prima che il Museo fosse costituito, con lo scopo di salvare e conservare memorie del passato del territorio.
A questo gruppo hanno partecipato, in periodi diversi ma con lo stesso impegno, gli archeologi Giorgio Filippi e Massimo Firmani insieme agli appassionati locali (in particolare Vittorio Menicucci e Tino Taizzani noti nella comunità maglianese) che diedero un grande contributo con i loro studi personali affinchè il Museo divenisse una realtà concreta e visitabile.
Si tratta di una mole di frammenti che, attraverso una puntuale revisione e studio critico, collegati a nuove ricognizioni topografiche sul territorio, hanno permesso di individuare scientificamente componenti ed aspetti delle origini della cultura sabina nella valle del Tevere e del suo sviluppo dalla fase recente dell’età del ferro sino ad epoca arcaica. Uno dei risultati più rilevanti è stata l’individuazione e lo studio dell’insediamento sabino che si estendeva sui colli dove adesso sorge il paese di Magliano. Le prime attestazioni di frequentazioni nella zona risalgono al paleolitico superiore e medio (i principali rinvenimenti sono avvenuti a Grappignano, Colli Oti, Macchia Grande).
Lo schema degli insiediamenti nell’età del Bronzo è più complessa: i ritrovamenti a Moje – Santa Cristina e a Castellano (Bronzo medio) a Fontanelle, Maglianello e Collicello, centro sabino di Magliano (Bronzo finale), dimostrano che la valle tiberina e le vie naturali che collegavano le zone interne e i connessi percorsi di transumanza, fossero fondamentali nelle scelte insediative.
É stato riscontrato che, nella fase recente dell’età del ferro, alcuni insediamenti si presentano con caratteri più precisi, destinati ad evolvere nel corso del VII secolo a.C. in forme che possono essere definite urbane.
C’è corrispondenza tra i grandi abitati estesi su colli da pendii ben delimitati, senza mura ma talora con opere di difesa nei punti più aperti dei versanti, e le alture vicine che ospitano ampie necropoli con tombe a fossa o a camera con corredi. Da questi è stato possibile ricostruire l’organizzazione sociale degli abitanti. Sono stati individuati centri principali come quello di Magliano e Poggio Sommavilla, centri di minore estensione con funzioni strategiche, come quello di Foglia e Campo del Pozzi, ed inoltre nuclei minori, dipendenti dai primi, che sembrano sorgere in punti di controllo del territorio (Castellano, Casale Eroli, Colle Cece, Colle Pineto, Le Rocchette a nord di Magliano, Casale Grillini, Colle del Vescovo a sud) accomunati da un’evoluzione nel VI secolo a. C e probabilmente nel V secolo a.C. come i centri principali.
Nella seconda metà del IV secolo a.C. i materiali delle necropoli, spesso di notevole livello, sembrano attestare una ripresa vitalità sociale e di produzione (necropoli di Magliano, di Foglia e di Poggio Sommavilla).
Dal 290 a. C. la zona entra a far parte del territorio di Roma e ciò ha imposto cambiamenti tanto nell’assetto politico e sociale quanto nella distribuzione e nelle caratteristiche degli insediamenti. Il contraccolpo sul centro di Magliano, il più settentrionale della Sabina tiberina, è immediato, e ogni attestazione archeologica si ferma ai primi anni del III secolo a.C. a differenza dei centri di Foglia e Poggio Sommavilla.
Nel territorio di Magliano si assiste ad uno sviluppo degli insediamenti rustici (villae), progressivamente potenziato da un sistema viario, basato sulla via d’acqua, costituita dal Tevere e dal 220 a.C. dalla via Flaminia, sempre più ramificato e funzionale.
Pare che il nome stesso di Magliano derivi, secondo l’opinione prevalente da un possedimento situato sulle basse alture prospicenti il Tevere della gens Manlia, memoria dell’assetto di età romana. Incluso nella IV regione augustea, si desume che il territorio goda di una notevole prosperità fino almeno al II secolo d.C., come attestato dalla abbondante documentazione archeologica; poi ,qui come altrove, per una concomitanza di cause, ha luogo una contrazione significativa nel numero degli insediamenti; intorno a molti di essi si sviluppano in seguito i nuclei insediativi altomedievali.

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Utente:Arasmuseo/Sandbox2. (5 maggio 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 5 maggio 2020, 13:49 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Utente:Arasmuseo/Sandbox2&oldid=112781371.

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