Primo piano, sala 1: Età del Bronzo

Primo piano

Sala 1

Le prime due vetrine della prima sala sono quelle che raccolgono le testimonianze relative all’età del bronzo; sono esposti alcuni materiali che testimoniano la frequentazione dell’area della Sabina tiberina, sia nel bronzo antico e medio sia nel bronzo recente e finale.

Età del bronzo antico e medio

Manufatti di uso quotidiano con inclusioni quarzose, primo piano, sala 1

In particolare per il bronzo antico e medio il materiale proviene da piccoli insediamenti, localizzati su terrazzi di montagna (Le Cese, Tancia) o collina (Moje di Castellano, San Salvatore, Vignale) o su piccolo pianoro (Poggio Sommavilla) o altura (Caprignano).

Tra questi ritrovamenti il sito di Moje di Castellano, che è stato individuato su un terrazzo posto sul fianco di una dorsale a breve distanza da una sorgente e da un corso d’acqua, fornisce maggiori informazioni perché alla fine degli anni 80 del 900, è stato oggetto di una raccolta di superficie mirata.
I tipi ceramici sono rappresentati da scodelle, ciotole, brocche, olle e dolii, realizzati in impasto grossolano con inclusi quarzosi. Altri siti da cui proviene una documentazione degna di nota sono quelli di Tancia e Caprignano.
La cultura materiale, rappresentata dai frammenti esposti , mostra che la Sabina in questa epoca rientra nella facies archeologica dell’area medio- tirrenica definita di Grotta Nuova, diffusa dalla Toscana al Lazio centro meridionale.
L’esame dei materiali raccolti fa presumere che provengano da contesti insediativi; l’esiguità dei dati, però, non consente di fare ipotesi sulle modalità di occupazione del territorio e sulle connotazioni socio-culturali delle comunità che lo abitavano. Si può ad ogni modo affermare che questa area geografica riveste una notevole importanza nel quadro delle comunicazioni tra territori interni e la valle del Tevere, in relazione soprattutto alle vie di transumanza.

Età del bronzo recente e finale

Manufatti di uso quotidiano con inclusioni quarzose, primo piano, sala 1

I materiali esposti rappresentano una selezione dei ritrovamenti di superficie che hanno portato all’individuazione di insediamenti dell’età del bronzo finale. Il popolamento del territorio mostra la presenza di villaggi di maggiori dimensioni rispetto all’epoca precedente: una costante sembra quella dell’occupazione di siti che rivestono una funzione strategica di controllo del territorio.
Nei casi di Monte S. Martino e M. Calvo è evidente trattandosi di rilievi dominanti ampie porzioni di territorio e probabilmente anche di punti obbligati di transito. Per l’evoluzione storica successiva l’attenzione va focalizzata sui rinvenimenti di Maglianello e Fontanelle, situati all’interno dell’attuale centro di Magliano Sabina e su Collicello, probabile sepolcreto, posto su di un’altura tufacea dominante la valle del Tevere, che rispondono pienamente alle caratteristiche sopra descritte.
Questa organizzazione territoriale porta ad ipotizzare un’accentuazione, rispetto all’epoca precedente, dei fattori di controllo politico del territorio, in accordo con i dati relativi alla maggiore diffusione ed articolazione dell’armamento, testimoniata in quest’area dal notevole numero di armi presenti nel ripostiglio di Piediluco comprendente numerose lance, alcune spade ed un probabile morso equino.
La cultura materiale di queste fasi è ben rappresentata dai materiali esposti che appartengono allo stile proto villanoviano presente in Italia dal XII al X secolo a.C.: sono presenti scodelle ad orlo rientrante, tazze ad orlo svasato, vasi biconici , olle e dolii. Il repertorio decorativo è costituito da motivi geometrici incisi a fasce di solcature o impressi a cordicella. Sono presenti frammenti di fornelli usati per la cottura dei cibi.

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