Primo piano, sala 3: Età Orientalizzante ed Arcaica.

Questo spazio è dedicato all’insediamento sabino di Magliano in epoca orientalizzante ed arcaica.

Età Orientalizzante ed Arcaica

In base agli studi e alle ricerche effettuate, l’età orientalizzante e arcaica ha inizio con l’età del ferro e risulta essere caratterizzata dagli insediamenti di dimensione urbana con dei riscontri di attività di vita ininterrotti e sembra concludersi nel VI secolo a. C. con la diffusa adozione del tipo di tomba a camera nelle necropoli, oggetto di studio e di indagini sin dall’ottocento.
Questa espansione si concretizza con l’adattamento a condizioni topografiche non sempre adeguate allo sviluppo di grandi centri urbani e per rimediare agli ostacoli di una morfologia poco favorevole, come nel caso di un versante di una collina, si rendeva necessario effettuare lavori di terrazzamento per la costruzione di edifici.

Calice a corolla su alto piede a tromba, decorato a scanalature, intorno alla vasca serie di anse a bastoncello che danno il nome al tipo di vaso.
Materiali della Necropoli del Giglio realizzati in impasto bruno, databili tra la seconda metà del VII e la prima metà del VI sec. C.; prima piano, sala 3.


Con la nuova organizzazione degli abitati viene distinto lo spazio dei vivi da quello dei morti, quindi sui pianori delle colline che prospettano gli insediamenti sorgono necropoli con tombe a fossa ed a camera. La carta della sabina tiberina mostra come i siti più importanti si trovino lungo il corso del Tevere, ad una distanza modulare di quasi 10 Km, ciascuno con il proprio territorio, organizzato secondo un sistema gerarchico nel quale ciascun centro secondario riveste una funzione strategica o commerciale o destinato allo sfruttamento del suolo. Tutti i siti studiati presentano lo stesso modello strategico e mostrano una forte gravitazione sul Tevere, che è stato il tramite di un’osmosi continua con le culture situate al di là del fiume soprattutto con i territori di Falerii, Capena e Veio dando vita ad una koinè culturale del Tevere.

Coperchio di pisside d’impasto bruno, lucidato a stecca, decorato ad incisione sul bordo con elementi plastici sulla calotta.
Produzioni d’impasto bruno delle officine dell’antico insediamento sabino di Magliano, materiali della Tomba Varasconi, Necropoli del Giglio, fine VII-prima metà VI sec. a. C.
; primo piano, sala2.

L’organizzazione degli abitati sembra favorire la nascita di una società che si polarizza intorno a figure di capi guerrieri che detengono il potere e che intrattengono rapporti con i capi di altre comunità e che si distinguono nelle sepolture delle necropoli (seconda metà del VII secolo a.C.). L’importanza di queste figure è altresì testimoniata dalla conoscenza della scrittura che compare su vasi di produzione locali trovati nelle tombe di Magliano e Poggio Sommavilla. L’olletta della tomba della necropoli del Giglio, a Magliano come la fiaschetta miniaturistica della tomba III- scavi Pasqui- della necropoli di Poggio Sommavilla documentano che la lingua sabina, una lingua italica, aveva adottato per quanto riguarda la scrittura un alfabeto greco, giunto nella valle del Tevere attraverso contatti con i Greci, tramite i commerci e le correnti culturali che percorrevano la valle tiberina.

Olletta con scrittura sabina
Frammento di corpo dilletta in impasto bruno – buccheroide -lucidata a steccadecorata con cavalli excisi riempiti di ocra rossa. Tra i cavalli corre una iscrizione in lingua sabina, alfabeto greco, il cui significato potrebbe essere quello di un dono ad una serie di personaggi. NECROPOLI DEL GIGLIO, Tomba dell’Iscrizione, ultimo quarto del VII sec. a.C.

Per approfondimenti sulla Necropoli di Magliano Sabina, CLICCA QUI.

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